Il discorso del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli al Consiglio Europeo del 10 dicembre

Stralci degli argomenti più significativi:

QFP E IL FONDO PER LA RIPRESA. “Siamo tutti dolorosamente consapevoli del fatto che il 2020 è un anno che sarà ricordato nei libri di storia. La pandemia che stiamo affrontando è senza precedenti. Così come le risposte che abbiamo dato alle sue conseguenze”. “Proprio in questa sala, a luglio, meno di cinque mesi fa, avete preso decisioni storiche. La capacità di risposta dell’Unione europea è stata apprezzata grandemente dalle nostre opinioni pubbliche. Da allora abbiamo lavorato senza soste con la Presidenza tedesca e la Commissione per migliorare ulteriormente i termini di questo accordo a beneficio dei nostri cittadini. Oggi è il tempo di concludere. Quest´anno eccezionale sta volgendo al termine. La crisi resa più acuta dalla seconda ondata non fa che peggiorare e non abbiamo ancora un piano di ripresa e un QFP per i prossimi anni. Il bilancio del 2021 su cui il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo non è stato ancora formalmente adottato”. “Per quanto riguarda il QFP, il fondo per la ripresa e le nuove risorse proprie, abbiamo raggiunto un accordo molto soddisfacente, garantendo maggiori risorse per i principali programmi dell’UE e un solido meccanismo per la protezione dello Stato di diritto. Il Parlamento non accetterà di rimettere in discussione i risultati raggiunti”. “Spero che entro domani sia trovata una soluzione che ci permetta di votare il QFP e il regolamento sullo stato di diritto la prossima settimana. Ovviamente noi esamineremo in dettaglio le conclusioni del Consiglio europeo e ci auguriamo che esse siano compatibili con lo spirito e la lettera del compromesso raggiunto, in particolare sulla difesa dello stato di diritto. E´ importante che, ritrovata l’unità ascoltando le differenti ragioni, l´Unione proceda con tutti e 27 gli Stati membri”. “Da luglio la Presidenza tedesca non si è risparmiata per negoziare i testi che il Consiglio e il Parlamento devono ora approvare. La ringrazio personalmente, Cancelliera Merkel, per il suo impegno e la sua disponibilità a trovare la soluzione migliore nell’interesse generale. È stato un onore e un piacere lavorare con lei”.

COVID-19, L’UNIONE EUROPEA DELLA SALUTE E I VACCINI. “La pandemia di COVID-19 ha fatto irruzione nelle nostre vite sconvolgendole e ha paralizzato le nostre società con una terribile rapidità. Il virus ha portato alla luce le nostre fragilità, ma ha anche messo in evidenza i nostri punti di forza e i nostri valori fondamentali, in particolare la solidarietà e la responsabilità. Il nostro modello sociale europeo è la nostra carta d’identità europea. Durante la pandemia, a nessuno sono state negate le cure ospedaliere perché non aveva una carta di credito. Possiamo essere giustamente orgogliosi di questo e dovremmo preservarlo”. “Abbiamo dovuto reagire rapidamente alla crisi con risposte e politiche che precedentemente sarebbero state impensabili, se guardiamo a come abbiamo agito dal punto di vista economico, politico e democratico. Abbiamo dovuto prendere importanti decisioni a lungo termine, e tuttavia le nostre risposte hanno dovuto essere immediate”. “La crisi è quindi diventata un campanello d’allarme che ci ha permesso di immaginare un modello di sviluppo più sostenibile, imperniato sulla giustizia ambientale e sociale. Sebbene non abbiamo ancora superato la crisi, abbiamo motivo di essere fiduciosi a condizione di avere il coraggio di tradurre questa visione in azioni concrete”. “In primo luogo, nelle scorse settimane abbiamo finalmente visto alcuni sviluppi positivi nella lotta al COVID-19, come pure i primi elementi di un’Unione della salute e progressi sui vaccini. Abbiamo bisogno di un portafoglio ampio e diversificato di potenziali vaccini, al fine di garantire una distribuzione equa e coordinata all’interno dell’UE ed evitare qualsiasi nazionalismo dei vaccini. I prossimi passi non saranno facili: una volta che i vaccini saranno stati approvati, il loro successo dipenderà in larga misura dalla fiducia dei cittadini e dall’efficienza delle organizzazioni nazionali. In quanto leader dobbiamo concentrare i nostri sforzi su questo aspetto”. “Se la situazione rimane immutata la pandemia non finirà. Ognuno deve fare la sua parte per garantire una distribuzione dei vaccini il più ampia possibile e a costi accessibili, e non solo all’interno dei confini europei. Investire in un accesso equo ai dispositivi medici utilizzati contro il COVID-19 sarebbe una chiara dimostrazione di solidarietà nel rinnovare il nostro partenariato con l’Africa. Sono fortemente convinto che il multilateralismo e gli sforzi coordinati siano gli strumenti adeguati per permetterci di uscire dalla crisi attuale, aumentare la resilienza dei nostri sistemi sanitari e migliorare la capacità di preparazione e di risposta alle pandemie”.

IL GREEN DEAL E LA LOTTA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE. “Sono convinto che il Green Deal sia la strada giusta per garantire un futuro sostenibile e che un’alleanza globale con i partner internazionali sia una necessità assoluta per emergere tutti più forti dalla presente crisi. Un numero sempre maggiore di paesi sta annunciando obiettivi ambiziosi e ciò che un tempo sembrava impensabile, sta ormai diventando la norma. Alla stregua dell’UE, il Giappone, il Canada, il Regno Unito e molti altri paesi hanno annunciato di voler conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Plaudo all’impegno del Presidente eletto Joe Biden di aderire nuovamente all’accordo di Parigi: anche su questo impegno potremo rinnovare il nostro partenariato con gli Stati Uniti”. “Le decisioni che siamo chiamati ad assumere sul Piano di ripresa saranno il veicolo per la trasformazione verde, per il Green Deal europeo, come per la trasformazione digitale e per la riduzione delle disuguaglianze e la lotta alla povertà”.

NEGOZIATI SULLE RELAZIONI UE – REGNO UNITO. “Per quanto riguarda le relazioni tra l’UE e il Regno Unito, siamo davvero al punto finale per raggiungere un accordo sulle future relazioni tra le due parti. Il Parlamento europeo è stato chiaro durante tutto questo processo. Siamo pronti a sostenere un partenariato ambizioso, ampio ed equilibrato con il Regno Unito, che sarebbe reciprocamente vantaggioso. Ci basiamo entrambi sulla democrazia e sul rispetto dello stato di diritto e dobbiamo affrontare molte sfide comuni. Anche se continuo a deplorare profondamente la decisione del Regno Unito di lasciare l’UE, ho sempre creduto che una soluzione negoziata sia nell’interesse di entrambe le parti, oltre che dei cittadini e delle imprese. Il controllo democratico è essenziale e il Parlamento ha lavorato instancabilmente durante tutto il processo. In caso di accordo il Parlamento dovrà esaminare il testo con attenzione e con tutto il tempo necessario prima di decidere se concedere il consenso entro il 31 dicembre. Un accordo sarebbe un solido punto di partenza su cui costruire il nostro nuovo partenariato, ma se questo non dovesse essere possibile, dobbiamo trovare nuove, anche se più limitate, modalità di collaborazione”.

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