Il caso Bulgaria: vaccini liberi, nessuno li vuole

di Marta Fusaro

La Bulgaria è una tartaruga nella campagna vaccinale. Un caso unico in Europa, dove l’Ungheria guida la classifica nell’Unione come cittadini vaccinati (ma il premier Victor Orban ha aperto ai preparati russo e cinese, in polemica con la lentezza nelle forniture). E dove Spagna, Germania e Italia procedono più o meno con gli stessi numeri (per una volta non siamo noi in ritardo), mentre la Francia è un passo indietro. Un po’ peggio anche il Belgio. Ma il fanalino di coda è la Bulgaria, che eppure ha adottato una campagna vaccinale senza limitazioni di categoria: non prima gli anziani, non prima i medici, non prima i cittadini a rischio. Ma tutti si possono vaccinare subito.

Se qualcuno – data questa premessa – avesse immaginato l’assalto per vaccinarsi, si sarebbe sbagliato di grosso.

La Bulgaria è lentissima, ma anche e soprattutto perché la popolazione è prevalentemente no-vax. Un sondaggio di AlphaResearch (che però risale al 18 febbraio) ha avuto risultati sorprendenti: solo un bulgaro su dieci è convinto nel farsi vaccinare, mentre la maggioranza degli intervistati (il 52%) ha detto di voler rinunciare. E questo prima che si rivalessero problemi con il vaccino AstraZeneca, proprio quello sul quale il governo di Sofia ha puntato con più decisione. Prima ci sono stati ritardi nella distribuzione, poi qualche giorno di sospensione, infine polemiche per alcuni casi sospetti di effetti collaterali che hanno portato molti cittadini bulgari a rifiutarlo.

Nonostante il tasso di mortalità e di ricoverati per covid-19, rispetto alla popolazione, sia in Bulgaria tra i più alti in Europa.

Nel frattempo si sono svolte le elezioni parlamentari, il 4 aprile scorso: Primo partito si è confermato il Gerb, centrodestra, guidato dal premier uscente Boyko Borisov (che pure è stato molto contestato nei mesi precedenti il voto, con manifestazioni di piazza). Ma ha perso consensi, passando dal 32,6% del voto precedente (2017) al 26%. Con la conseguenza di rendere difficile trovare una formula di coalizione.

Al secondo posto si è piazzato il partito populista, forse l’unico partito europeo che essendo populista lo dice chiaramente nel suo nome. Si chiama infatti: “C’è un tale popolo”, e ha ottenuto il 18% dei voti, ma non vuole fare alleanze. Rappresenta una novità importante in Bulgaria, essendo stato fondato appena l’anno scorso, in concomitanza con la pandemia. Il partito socialista, principale voce dell’opposizione, è terzo al 15%.

Se la Bulgaria è un problema nella campagna vaccinale, l’Unione europea va avanti comunque al di sotto delle aspettative e degli step programmati.

L’impegno di vaccinare l’80% degli ultraottantenni entro la fine di marzo è stato raggiunto solo da cinque Paesi: Malta (95%) poi Irlanda, Svezia, Finlandia e per un pelo il Portogallo (80%). Gli ottantenni italiani che hanno ricevuto almeno una dose entro marzo sono stati solo il 52%.

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