Relazione 2021 Stato di diritto

E’ stata pubblicata oggi la seconda relazione sullo Stato di diritto nell’UE. La relazione 2021 della Commissione si fonda su quattro fondamentali pilastri: i sistemi giudiziari; i quadri anticorruzione; il pluralismo e la libertà dei media; il bilanciamento dei poteri istituzionali. Questi i risultati di sintesi nei 27 paesi Ue: 

  1. Sistemi giudiziari

Quasi tutti gli Stati membri stanno avviando riforme relative ai rispettivi sistemi giudiziari, anche se con differenze in termini di portata, forma e progressi. In vari Stati membri sono state adottate o sono in corso di adozione iniziative volte a rafforzare l’indipendenza della magistratura attraverso riforme che riguardano, ad esempio, i Consigli giudiziari, la nomina dei giudici nonché l’indipendenza e l’autonomia delle Procure. Alcuni Stati membri hanno tuttavia continuato ad attuare riforme che riducono le garanzie dell’indipendenza della magistratura, sollevando preoccupazioni o aggravando quelle già suscitate dall’accresciuta influenza del potere esecutivo e legislativo sul funzionamento dei loro sistemi giudiziari. In alcuni Stati membri, inoltre, gli attacchi politici e i ripetuti tentativi di arrecare pregiudizio ai giudici o alle istituzioni giudiziarie mettono ulteriormente a repentaglio l’indipendenza della magistratura. Dall’adozione della relazione 2020, la Corte di giustizia dell’UE ha ribadito l’importanza della tutela giurisdizionale effettiva per preservare lo Stato di diritto. Infine la pandemia di COVID-19 ha dato un nuovo significato all’esigenza di modernizzare i sistemi giudiziari e ha evidenziato le potenzialità della digitalizzazione.

  1. Quadri anticorruzione

Gli Stati membri dell’UE continuano a figurare tra i paesi che registrano i migliori risultati a livello mondiale, con dieci Stati membri che si attestano tra i venti paesi considerati meno corrotti al mondo. Numerosi Stati membri stanno adottando o rivedendo strategie o piani d’azione nazionali anticorruzione. Molti hanno adottato misure volte a rafforzare i quadri per la prevenzione della corruzione e l’integrità, comprese norme sui conflitti di interesse, sulla trasparenza delle attività di lobbying e sulle “porte girevoli”. Permangono tuttavia difficoltà per quanto riguarda in particolare le indagini penali, le azioni penali e l’applicazione delle sanzioni per i reati di corruzione in alcuni Stati membri. In vari Stati membri continuano a emergere casi di corruzione gravi o molto complessi. Le risorse destinate alla lotta alla corruzione non sono sempre adeguate in alcuni Stati membri, mentre in altri persistono preoccupazioni circa l’efficacia delle indagini, delle azioni penali e dell’accertamento nel merito dei casi di corruzione ad alto livello. Nel complesso, la pandemia di COVID-19 ha rallentato le riforme e le decisioni nei casi di corruzione in alcuni Stati membri.

  1. Libertà e pluralismo dei media

Durante la pandemia di COVID-19 i giornalisti e gli operatori dei media in Europa sono stati sottoposti a forti pressioni. Con il numero più alto di segnalazioni sulla sicurezza dei giornalisti mai registrato e alla luce dei tragici eventi recenti, è quanto mai necessario affrontare la questione in tutta l’UE. Dall’Osservatorio del pluralismo dei media 2021, la principale fonte di informazioni per la relazione sullo Stato di diritto, emerge un deterioramento generale della situazione dei giornalisti in diversi Stati membri. Non tutte le autorità di regolamentazione dei media sono libere da influenze politiche e in alcuni Stati membri esiste un rischio elevato di ingerenze politiche nei media. I mezzi di informazione hanno svolto un ruolo cruciale nel mantenere i cittadini informati durante la pandemia di COVID-19, benché una serie di restrizioni abbia reso più difficile il loro compito. La pandemia ha anche determinato gravi problemi economici per il settore dei media, inducendo alcuni Stati membri ad adottare regimi di sostegno ai mezzi di informazione. Tale sostegno deve essere attuato in modo trasparente ed equo.

  1. Bilanciamento dei poteri istituzionali

Dall’anno scorso alcuni Stati membri hanno proseguito l’avvio di riforme costituzionali per rafforzare il sistema di bilanciamento dei poteri. Alcuni hanno recentemente posto in essere misure volte ad aumentare la trasparenza del processo legislativo e migliorare la partecipazione dei cittadini. Nell’insieme i sistemi nazionali di bilanciamento dei poteri, comprendenti i parlamenti, gli organi giurisdizionali, i difensori civici e altre autorità indipendenti, hanno svolto un ruolo cruciale durante la pandemia di COVID-19, che ha rappresentato una prova di resistenza per lo Stato di diritto. Allo stesso tempo vi sono problemi che interessano il processo legislativo, ad esempio cambiamenti repentini, procedimenti accelerati, o il sistema di controllo di costituzionalità. In generale, la società civile gode di un ambiente favorevole nella maggior parte degli Stati membri, ma in alcuni di essi continua ad affrontare gravi problematiche, che si tratti di minacce deliberate da parte delle autorità, di una protezione inadeguata da aggressioni fisiche o verbali o di un insufficiente livello di protezione dei diritti fondamentali che ne garantiscono le attività. Questi problemi sono stati talvolta esacerbati dal contesto della pandemia di COVID-19. Una serie di sviluppi recenti ha destato preoccupazione per quanto riguarda il rispetto del primato del diritto dell’UE, essenziale per il funzionamento dell’ordinamento giuridico dell’UE e per l’uguaglianza degli Stati membri nell’UE.

Comunicato stampa Commissione Eu.

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