Riprogrammazione Fondi Ue: Toscana prima Regione

di Giorgio De Rossi
Nel periodo più cruciale della Pandemia, tra le diverse iniziative prese dall’Unione Europea – di cui abbiamo dato risalto a pag.4 del n.52 di questa stessa Rivista – merita particolare attenzione il Regolamento (UE) 2020/460 del Parlamento Europeo, emanato il 30 marzo 2020 e resosi operativo dal 1° aprile, che ha dettato misure specifiche per mobilitare gli investimenti nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all’epidemia di COVID- 19. In particolare, detto Regolamento ha reso più elastico l’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei, attraverso la creazione del c.d. “Coronavirus Response Investement Iniziative”, che ha reindirizzato € 37 miliardi – già stanziati sul Fondo europeo di sviluppo regionale («FESR»), sul Fondo sociale europeo («FSE»), sul Fondo di coesione («FC») e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca («FEAMP») – per fornire liquidità alle PMI, ai mercati del lavoro ed al settore sanitario. Il primo importante segnale, nell’ottica della riprogrammazione dei Fondi europei 2014/2020 e delle modifiche introdotte con il predetto dettato regolamentare, si è avuto alla fine del mese di maggio con l’approvazione delle richieste delle Regioni Toscana ed Emilia Romagna, volte a reindirizzare € 30 milioni del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per far fronte alle conseguenze della crisi pandemica. Le due citate Regioni sono state le prime ad avvalersi degli strumenti di flessibilità previsti dall’iniziativa di investimento della Commissione in risposta al Coronavirus. La Toscana, con € 20 milioni, nel consentire un accesso più agevole alla liquidità da parte delle PMI regionali, ha permesso alle stesse di continuare le proprie attività in un periodo di estrema incertezza economica.
Anche l’Emilia Romagna ha reindirizzato € 10 milioni di risorse esistenti sul FESR per finanziare progetti di breve periodo in favore delle industrie e dei centri di ricerca orientati alla sperimentazione di servizi e prodotti innovativi durante l’emergenza e le fasi di graduale riapertura. Ma la parte del leone appartiene alla Regione Toscana che, alla fine dello scorso luglio, a seguito di un accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale – ha rimodulato una parte dei Fondi strutturali europei per far fronte alla crisi conseguente all’emergenza sanitaria, deliberando di riprogrammare le risorse provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo sociale europeo (Fse) per destinarle, in funzione anticrisi, al “Piano di ricostruzione toscano”. Un piano che, attraverso un’azione coordinata tra gli investimenti pubblici ed il sostegno a quelli privati, punta a recuperare la capacità produttiva persa e a dare nuovo slancio al settore economico-sociale. L’accordo, approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 855 del 9 luglio u.s., ha previsto l’individuazione di complessivi € 264,7 milioni, di cui € 168,1 milioni a valere sul Programma Operativo Regionale Fesr ed € 96,6 milioni a valere sul Por Fse.
La proposta di riprogrammazione dei Fondi strutturali €2014-2020 è stata approvata ufficialmente dal Comitato di sorveglianza, con procedura scritta d’urgenza aperta il 24 luglio 2020 e rapidamente chiusa il 31 dello stesso mese. In particolare, con il Por Fesr, sono stati riprogrammati € 168,1 milioni, di cui € 141,3 milioni destinati a sostenere le imprese e l’economia regionale. La rimodulazione del Por Fesr in particolare prevede:
● € 131 milioni da erogare sotto forma di contributi a fondo perduto per PMI e Micro imprese per coprire spese relative al sostegno di investimenti nella forma di capitale circolante, investimenti produttivi, processi di digitalizzazione e di acquisizione di servizi qualificati, con particolare attenzione alle imprese del turismo.
● € 10 milioni da spendere per sostenere le imprese nell’acquisto di servizi qualificati che, sulla base delle opportunità dettate della digitalizzazione, consentano di ridurre gli impatti negativi provocati dall’emergenza sanitaria.
● € 10 milioni da destinare alla sanità per il potenziamento dei presìdi sanitari territoriali e della telemedicina (e-health). ● € 3,7 milioni da investire per la scuola ed in particolare per gli Istituti Regionali di Istruzione Superiore (ITS), con riguardo alle dotazioni laboratoriali attraverso soluzioni e dispositivi digitali, facilitando anche forme innovative di didattica.
● € 13,4 milioni da deprogrammare dal Por Fesr in favore del Por Fse al fine di concorrere ad una efficace risposta all’emergenza occupazionale determinata dall’emergenza sanitaria. I progetti e gli interventi di cui sopra saranno oggetto di specifici bandi di prossima uscita che verranno finanziati con anticipazioni di risorse regionali. Senza dubbio un bel segnale, soprattutto per le piccole attività artigianali, commerciali e turistiche che necessitano di essere sostenute per una sollecita e duratura ripartenza. Nella convinzione che il citato Regolamento (UE) 2020/460 rappresenti uno strumento adeguato e tempestivo, è nostro auspicio attendersi che anche le altre Regioni italiane attuino con sollecitudine tale nuovo percorso comunitario per contrastare la minaccia di un nemico non solo invisibile ma, purtroppo, ancora presente all’interno dei confini europei.

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