“Coronavirus, uniformiamo contromisure e test”

di Gianfranco Nitti

Definizioni, criteri e metodologie comuni UE sono fondamentali per combattere efficacemente la pandemia in corso e le sue conseguenze economiche nell’UE. Preoccupati dal recente aumento dei casi positivi di COVID-19 in tutta Europa, i deputati europei deplorano che gli Stati membri non abbiano imparato la lezione della crisi e abbiano ancora una volta adottato misure diverse e non coordinate. In una risoluzione adottata con 595 voti a favore, 50 contro e 41 astensioni il 17 settembre scorso, il Parlamento sottolinea la mancanza di una metodologia armonizzata per raccogliere e valutare il numero di persone infette, mancanza che porta a valutazioni diverse sul rischio sanitario e a restrizioni della libera circolazione per le persone che provengono da altri paesi dell’UE.

Dopo un successivo dibattito, con il Commissario Didier Reynders e il Ministro Michael Roth della Presidenza tedesca, il Parlamento ha esortato i Paesi UE a: adottare la stessa definizione per casi positivi, decessi e recupero dall’infezione di COVID-19, riconoscere reciprocamente i risultati dei test in tutti gli Stati membri, ridurre i tempi di attesa sproporzionati per i test, stabilire un periodo di quarantena comune, coordinare le restrizioni di viaggio quando necessarie, in linea con la proposta della Commissione e discutere su come tornare il più rapidamente possibile a uno spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne e piani di emergenza.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) dovrebbe essere incaricato di valutare il rischio di diffusione del virus e pubblicare una mappa dei rischi aggiornata settimanalmente (per regione) utilizzando un codice colore comune, sulla base dei dati forniti dagli Stati membri. Incoraggiare l’uso di applicazioni di tracciabilità. La risoluzione chiede infine alla Commissione di sviluppare un formulario armonizzato per la localizzazione dei passeggeri per creare la fiducia in un sistema di monitoraggio a livello europeo. L’uso di applicazioni di localizzazione dovrebbe essere incoraggiato nel pieno rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati, secondo i deputati, che chiedono sistemi nazionali interoperabili entro ottobre, per consentire la localizzazione COVID-19 a livello europeo.

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