Coronavirus, contro le frodi in materia sanitaria è scattato il piano “Emergency Operation Stop”

di Lorenzo Pisoni

Coordinato dall’Organizzazione mondiale delle dogane (chi scrive lavora per le dogane italiane) è scattato, a seguito dell’emergenza sanitaria mondiale da Covid-19, il piano di azione “Emergency Operation Stop”, con lo scopo di contrastare, attraverso le dogane, le spedizioni sospettate riguardanti il commercio e la circolazione di prodotti farmaceutici contraffatti, illegali, non autorizzati e sub standard, costituenti un rischio per la salute e la sicurezza dei destinatari. Un’azione che va nella direzione della tutela della salute pubblica e che vede impegnati tutti gli uffici doganali italiani con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri, nell’impedire l’immissione in commercio di materiale sanitario o di protezione contraffatto o non rispondente agli standard minimi di sicurezza previsti dalle vigenti disposizioni. Due i risultati di rilievo in tale ambito in Italia. I funzionari del Servizio Antifrode della Sezione Operativa Territoriale (SOT) di Ponte Chiasso della Dogana e militari della Guardia di Finanza del Gruppo di Ponte Chiasso hanno sottoposto a controllo una partita di merce costituita da 25.000 mascherine di tipo FFP2, di origine cinese, proveniente dal Belgio e destinata a una società italiana.

I controlli hanno permesso di accertare che i 500 cartoni, ciascuno contenente 50 mascherine, presentavano una marcatura “CE” non regolarmente rilasciata. La merce è stata sequestrata per violazione degli artt. 470 C.P. (Vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione) – 517 C.P. (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci) – 515 C.P. (Frode nell’esercizio del commercio).In un’altra operazione i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Rivalta Scrivia, agendo in sincrono con il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute – NAS di Alessandria – e grazie ad una attenta analisi dei rischi condotta anche sulla base di informazioni riservate in loro possesso, hanno fatto dei controlli su una partita di dispositivi per la protezione personale, utili anche per la lotta alla diffusione della pandemia da Coronavirus-19, in arrivo presso il deposito doganale di Rivalta Scrivia e destinati ad essere conseguentemente importati nel territorio nazionale.

I funzionari di ADM ed i militari NAS Carabinieri di Alessandria hanno esaminato con particolare attenzione i prodotti importati, non facendosi trarre in inganno dal fatto che sugli stessi fosse riportato il logotipo “CE”, astrattamente idoneo ad attestarne la conformità alle disposizioni in materia di sicurezza: i DPI, infatti, non erano scortati da alcuna documentazione tecnica idonea a certificare la legittima apposizione della marcatura comunitaria di sicurezza e, anzi, una parte di essi è risultata del tutto priva delle indicazioni di uso in lingua italiana, obbligatorie ai sensi di quanto previsto dagli artt. 15-16 e 17 del Reg. CE 425/2016 e art. 14 del D.Lvo n. 17 del 19-2-2019

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