Scorie nucleari, Finlandia primeggia Francia, Belgio e Germania in affanno

di Teresa Forte

La Belgoprocess, la società pubblica responsabile sulla gestione dei rifiuti delle centrali nucleari in Belgio, ha lanciato l’allarme: non ci sono bunker a sufficienza per lo stoccaggio delle scorie radioattive. Non basta ampiare il deposito di Dessel (sarà pronto tra un anno) ma serve un nuovo sito. Il governo lo ha individuato in Vallonia, a Thiange, dove è in funzionamento una delle due centrali nucleari del Belgio che doveva essere dismessa quattro anni fa. Ma il governo ha deciso di prorogarne l’attività per altri dieci anni, tra le polemiche degli ambientalisti che denunciano come non sufficientemente sicuro l’impianto.

Il problema di come mettere in sicurezza le scorie nucleari (che non si possono smaltire altrimenti) è di tutta l’Europa. Solo la Finlandia è decisamente avanti: sta costruendo un deposito permanente in un’isola Onkalo, e a 420 metri di profondità, sarà pronto tra sei anni, lo stoccaggio potrà protrarsi per un secolo. Secondo Helsinki il deposito dovrebbe “blindare” le scorie per un tempo giudicato congruo: centomila anni.

Bene anche la Svezia, facilitata dal fatto di gestire quantità limitate di scorie. L’Italia, invece, è in difficoltà nonostante la ridottissima attività (il referendum sul nucleare, dove hanno vinto i contrari, ha costretto il Paese a cercare soluzioni diverse dalla produzione in proprio). Contro l’Italia l’11 luglio la Corte di giustizia Ue ha accolto il ricorso della Commissione europea che rimprovera Roma di non aver comunicato il programma nazionale definitivo per la gestione dei rifiuti radioattivi. L’Italia (ma non solo l’Italia) è in ritardo nella realizzazione del deposito nazionale. Un’inchiesta tv avrebbe scoperto che Parigi manda a stoccare abusivamente ingenti quantità di scorie nucleari in Siberia. E la Germania? Ha sette centrali ancora attive, aveva deciso di dismetterle nel 2020, prorogherà fino al 2022, ma non sa dove mettere tutte le scorie. Una decina di anni fa furono fermati in mille dalla polizia nella manifestazione antinuclearista più famosa di sempre, che bloccò il cosiddetto “treno dell’inferno” che trasportava rifiuti radioattivi.

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